Giovanni Caboto
Della data di nascita e della località non ci sono dati certi. Si dice che sia nato da una antica e potente famiglia della Repubblica di Genova a Castiglione Chiavarese o in Genova stessa, ma anche Gaeta ne reclama il luogo natio. Di fatto, per vicissitudini di guerra fra gli Angioini ed Aragonesi, fuggì da Gaeta e riparò nella Repubblica della Serenissima dove ricevette la cittadinanza. Si sposò con Mattea ed ebbe tre figli: Sebastiano, Luigi e Santo, che lo seguirono nei suoi diversi viaggi. Dato che la Serenissima non mostrò interesse all’espansione verso occidente, Caboto si recò in Spagna, dove dietro richiesta del re Ferdinando di Aragona ed Isabella di Castiglia seguì i lavori di ristrutturazione del porto. Era l’anno in cui Cristoforo Colombo ritornava dall’America, e Caboto intuì che non aveva raggiunto l’Oriente ma un nuovo continente. Chiese di poter allestire una flotta e partire per una rotta più a nord ma la richiesta non fu accolta dai regnanti. Decise allora di rivolgersi ad Enrico VII, re d’Inghilterra, che accettò ben volentieri la proposta . Così il 2 maggio del 1497 salpò da Bristol con la nave Matthew, di cinquanta tonnellate, e diciotto uomini di equipaggio, parte del finanziamento fu di un ricco mercante un certo Richard Ameryk.
Come risulta dall’annuario di Bristol del 1497, toccò l’isola di Capo Brettone, la Nuova Scozia ed avvistò l’isola di Terranova, prendendone possesso in nome di Enrico VII, era… ” il giorno di San Giovanni e la terra d’America venne scoperta da mercanti di Bristowe su una nave chiamata Matthew“.
Si può dedurre che il nome “America”, scritto sulle carte disegnate dallo stesso Caboto della nuova terra, possa derivare dal finanziatore Richard Ameryk e questo con due anni prima della spedizione di Amerigo Vespucci.
Il ritorno in Inghiletrra fu accolto con grande entusiasmo, tanto che Enrico VII non solo premiò il Caboto con una cospicua somma di dieci sterline ed un vitalizio annuo di venti sterline, ma gli autorizzò una nuova spedizione. C’è da dire che, oltre alle terre acquisite ed alla cartografia riportata, il Caboto diede anche una preziosa informazione commerciale come si legge nella sua relazione: “… il mare pullulava di pesci simili a quelli che in Islanda vengono essiccati e salati e che vengono chiamati stoccafissi”. Ovvio che questa notizia diede il via allo sfruttamento su larga scala del “grande banco” dei merluzzi di Terranova.
Nel 1948 Caboto, al comando di sei navi e circa un duecento uomini salpò nuovamente allo scopo di colonizzare le terre scoperte e trovarne altre ed anche con la speranza di raggiungere il famoso Cipangu (l’attuale Giappone). La spedizione, dopo aver toccato il Labrador e costeggiato la Groenlandia meridionale, sparì e non si seppe più nulla. A lui va comunque il merito di aver scoperto le coste e le isole dell’attuale Canada.
BIOGRAFIA curata da Bruno Bocchi